Complesso Monumentale di Santa Caterina
La Chiesa e il Convento di Santa Caterina, oggi quasi interamente restaurati, rappresentano il più importante complesso monumentale di Finalborgo ed un contenitore culturale di eccezionale importanza. Attualmente ospitano, infatti, il Museo Archeologico, una Sala Congressi, l'Oratorio dei Disciplinanti riservato a Mostre ed Esposizioni.
Il complesso fu voluto, nel 1359, dai Marchesi del Carretto con l'intento di dotare la famiglia di un'area sepolcrale monumentale, riaffermando al contempo il proprio prestigio e potere.
Costituendo una specie di "zona franca" nel confronto sociale e politico del tempo, fu risparmiato nel saccheggio del 1448. Occupato dai Domenicani dal 1381 al 1802 (soppressione degli ordini religiosi), dal 1864, per circa un secolo fu destinato a reclusorio. La primitiva chiesa dedicata a S. Caterina (prima metà del XV secolo) aveva tre navate, con colonne in pietra del Finale e tre absidi (due quadrate e una semicircolare) rivolte a Nord. Subì profonde trasformazioni (compreso lo spostamento dell'abside dal lato opposto) nella prima metà del XIX secolo ed in seguito alla trasformazione del complesso in carcere.
Da piazza S. Caterina è possibile osservare il fianco sud della chiesa con i portali gotici detti "delle Donne" e "degli Uomini" (uno ornato dal fregio con l'Agnus Dei e gli stemmi dei Del Carretto) e la torre campanaria. Affiancano il corpo della chiesa due splendidi chiostri comunicanti tra loro di epoca rinascimentale, dovuti al Cardinale Carlo Domenico Del Carretto, costruiti tra il 1500 e il 1530 nel periodo di massimo splendore del complesso conventuale (in questo periodo S. Caterina è culla di alcune figure di spiccata santità legate all'ordine domenicano). I chiostri sono circondati da locali di varie epoche e, al piano superiore, quelle che una volta erano le sale e le celle che ospitavano i monaci, accolgono oggi gli importanti reperti del Museo Archeologico del Finale.